Rivista dell'Istituto per la Storia dell'Arte Lombarda
Numero 7

Note sulla pittura sacra in Lombardia nell’Ottocento (1790-1870)

Daniela Vasta

La pittura sacra lombarda dell’Ottocento ha seguito l’evoluzione delle principali tendenze della cultura artistica del secolo. Il superamento delle formule tardo barocche si precisa sia guardando alla tradizione padana cinque seicentesca sia in seguito all’influenza del Neoclassicismo francese e alla naturale interferenza degli altri generi pittorici, specialmente della pittura di storia. L’aulico linguaggio neoclassico di Appiani si prolunga fino agli anni settanta grazie alla produzione di Diotti e dei suoi allievi all’Accademia bergamasca, mentre l’esperienza di Hayez e del Piccio declina due accezioni diverse del Romanticismo, confermando l’avvicinamento della pittura religiosa al quadro di storia e preparando la stagione divisionista.

Some notes about Lombardy’s sacred painting in 19th Century (1790-1870)

Lombard sacred art in the 19th century has evolved following the main trends of the artistic culture of the time. Late baroque formulas are slowly abandoned by looking at different models, from the northern Italian tradition of the 16th and 17th century to French Neo-classicism. Another influence comes from the comparison with other genres, notably historical painting. The solemn neoclassic language of Appiani lasts until the 1870s, due to the production of Diotti and his students in the Accademia Bergamasca, while Hayez and Piccio propose two different interpretations of Romanticism, the former emphasizing the convergence of sacred art and historical painting while the latter almost heralds the Divisionistic period.