La rivista per gli amanti dell'arte, dell'architettura e della fotografia
Rivista dell'Istituto per la Storia dell'Arte Lombarda

Presentazione della rivista

La Rivista dell’Istituto per la Storia dell’ARTE LOMBARDA accoglie contributi di studiosi italiani ed esteri che vogliano inviare i loro saggi e contributi scientifici alla redazione.
Quest’ultima provvederà a consegnarli al Comitato scientifico e al Direttore Responsabile che ne decideranno l’ammissibilità alla procedura di referaggio anonimo. Gli articoli proposti alla Rivista dell’Istituto per la Storia dell’Arte Lombarda sono infatti sottoposti ad una valutazione di referaggio in forma anonima da parte di docenti universitari o da specialisti del settore che, attraverso un apposito questionario, esprimono un loro giudizio sull’originalità e la rilevanza del contributo, sull’interesse degli argomenti trattati per la comunità scientifica e per i lettori della rivista, sulla coerenza del pensiero scientifico espresso nell’articolo e sul grado di aggiornamento delle fonti citate.
I dattiloscritti inviati alla Rivista dell’Istituto per la Storia dell’ARTE LOMBARDA devono essere conformi alle norme redazionali proprie della rivista e, qualora venissero recapitati all’Istituto tramite posta ordinaria, non saranno restituiti agli autori. Salvo differenti accordi i testi devono essere consegnati dotati di adeguato apparato iconografico i cui eventuali diritti si intendono assolti direttamente dagli autori.

Ad oggi, sono circa 200 gli autori che hanno contribuito a diffondere cultura attraverso le pagine della "Rivista dell'Istituto per la Storia DELL'ARTE LOMBARDA".

Per ulteriori delucidazioni sulle forme di collaborazione con la rivista si rimanda alle apposite pagine di questo stesso sito.

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Di seguito alcune fotografie pubblicate sul numero 35 della rivista, il cui "nodo tematico" è dedicato all'architettura in cemento armato. Nelle illustrazioni qui riportate, gli scatti fotografici magistralmente eseguiti da Davide Niglia e da Gianluca Suppa dedicati alla basilica novarese di San Gaudenzio, sulla quale intervenne staticamente Arturo Danusso tra 1931 e 1954 impiegando il calcestruzzo armato.